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LO SGUARDO CONVESSO OLTRE D'ORIENTE, 2013
Forme e materie elementari appaiono come valori dominanti di opere che raccontano di tradizioni antiche: echi e risonanze del passato si innestano in un’interpretazione contemporanea dai modi e dalle misure personali.
Sublimato lo spunto naturalistico l'installazione, evoca una solennità misurata, quasi discreta. L’esito sono angoli dalle sculture garbate, eleganti, dove il colore compare come accenno a un’emozione vissuta, a determinare un campo di influenze che catturano anche tattilmente lo spettatore. Pulizia delle linee e purezza plastica dei volumi di fascino e matrice orientale convivono con scelte e tradizioni occidentali.
Armonia ed equilibrio lasciano parlare la materia e se la ricerca formale non si sottrae alle seduzioni di antichi gesti, la sensibilità poetica si manifesta e si rinnova nella proiezione del passato come possibilità per l’avvenire. Evitando retoriche ed estetismi, l'Artista usa il linguaggio del suo tempo con talento, grazia elegiaca e sobrietà, ripristina il divenire di rifrangenze al confine tra sacro ed umano per affidarci sculture silenti e accattivanti. Attraverso la metamorfosi delle forme, la padronanza delle tecniche di cottura, la scelta individuale dei materiali, Maria Maddalena Manna qualifica e rinnova i caratteri, le prospettive e le suggestioni di questo materiale primitivo seducente.
A.C.

Corazza 2013, installazione, Monastero San Pietro in Lamosa, Provaglio d'Iseo (BS)

Campane sospese 2013, installazione, Monastero S. Pietro in Lamosa, Provaglio d'Iseo (BS)

Abiti per il Viaggio 2013, installazione, Monastero S. Pietro in Lamosa, Provaglio d'Iseo (BS)

Tracce 2013, installazione, Monastero San Pietro in Lamosa, Provaglio d'Iseo (BS)

Neri 2013, installazione, Monastero San Pietro in Lamosa, Provaglio d'Iseo (BS)

Goccia che cade 2013, installazione, Monastero San Pietro in Lamosa, Provaglio d'Iseo (BS)

Cerimonia del tè 2013, installazione, Monastero San Pietro in Lamosa, Provaglio d'Iseo (BS)
Non c’è dubbio che il nero sia, di tutti i colori e “non colori”, una delle matrici più potenti: tutto ciò che fuoriesce, germina, sboccia da una superficie nera è già di per sé luminoso, vitale. E’ forse anche questo la ragione per cui le ceramiche di Maria Maddalena Manna – soprattutto la serie di “Neri” presentano una potenzialità che attinge dalla propria l’assenza cromatica. Certo le ceramiche del 2005 hanno privilegiato l’aspetto scenico di filiformi costruzioni a quello più complesso e consistente delle precedenti “Tracce”, ma questo ha anche permesso all’artista di far risaltare una valenza cromatica che in precedenza rimaneva sospesa dal predominio dell’ombra sulla luce. Questo ci spiega altresì l’attuale esplosione di segni tracciati, dalla precedente stagione più densa e compatta. Maria Maddalena Manna ha saputo “perforare” le tenebre e dar vita a una espressività molto cauta e al tempo stesso penetrante.
A.Consonni
LO SGUARDO CONVESSO OLTRE D'ORIENTE
Corriere della Sera - Cultura e Società pag. 9 - 29 settembre 2013

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